Mentre stiamo per andare in stampa rimbalza in tutte le redazioni, come una palla impazzita, la notizia che, a distanza di pochi giorni, dopo aver rimpiazzato il Responsabile della Protezione Civile Borrelli, il Governo Draghi ha provveduto a defenestrare anche il Super Commissario all’emergenza, Domenico Arcuri, il dalemiano che sembrava intoccabile.
Quindi l’Esecutivo, chiamato a traghettare il Paese fuori dalla pandemia e dalla crisi economica, ha riconosciuto nella gestione Arcuri errori gravi a tal punto da rimuoverlo, nonostante il fatto che in una situazione di emergenza così grave è sempre consigliato non cambiare il manovratore.
Non è che a questo punto a qualcuno degli intelletualoidi con la verità in tasca che da un anno ci fracassano i cosiddetti, tutti i santi giorni, ripetendoci che la Lombardia è il modello di inefficienza sovrana, stia sorgendo un ragionevole dubbio? Non è che le difficoltà che hanno avuto le regioni tra febbraio e marzo ad impattare lo tsunami Covid erano figlie dell’inadeguatezza dei livelli alti di governo? Comunque, questa discontinuità è salutare.
Lo dico da cittadino lombardo che vede la regione più importante del Paese finalmente rappresentata da 9 ministri suddivisi in quattro partiti di opposte posizioni politiche: una garanzia che le nostre istanze possano essere prese in considerazione e non più ridicolizzate. Poi, se il Governo sarà più sul pezzo, lo vedremo, la partenza fa comunque ben sperare: anche se la discontinuità per essere piena avrebbe dovuto riguardare anche Speranza, Ministro ideologico e moralista, pieno di odio di classe nel criminalizzare i comportamenti delle persone (seconde case, movida) per nascondere le mancanze del Governo (mezzi pubblici, banchi a rotelle). Quanto meno Draghi ha silenziato virologi, membri del CTS e consiglieri cassandre come Walter Ricciardi, l’attore in erba che avrebbe avuto un futuro nei film di Mario Merola.



