Si ricomincia. E purtroppo, insieme alla seconda ondata, è iniziata la sistematica campagna ansiogena dei media: un approccio a tal punto scorretto e strumentale da far dubitare che sia solo un errore di prospettiva. Come si fa ad insistere che oggi, 19 ottobre, siamo messi come a marzo, quando allora si facevano 6mila tamponi al giorno e oggi 150mila, quando allora c’erano 900 decessi giornalieri e oggi meno di 80, quando allora c’erano quasi 3000 ricoverati in terapia intensiva e oggi 800, quando i ricoverati con sintomi sfioravano i 18mila e oggi non arrivano a 8000, quando il rapporto tamponi/positivi era del 25% e oggi non arriva al 10%?
Certo, rispetto ad allora, il Covid è un fenomeno nazionale. Da inizio settembre in poi i decessi nelle regioni più popolose sono grosso modo i medesimi. Eppure i media sparano regolarmente titoli come “In Lombardia boom di contagi”. Un approccio falso e strumentale: se rapportiamo il numero dei contagi al numero di abitanti, la Lombardia è al 5° posto, è settima nel rapporto tamponi/ positivi e addirittura quintultima nel rapporto tra ricoveri in terapia intensiva e abitanti. Ogni giorno fa il triplo dei tamponi di Veneto, Emilia e Piemonte e più del doppio di Campania e Toscana. Basta leggere i dati.
E’ indubbio che la situazione sia seria e che ci si è arrivati per una serie di non-decisioni da parte del Governo, impopolari ma efficaci, che andavano prese quando la situazione era più tranquilla: le discoteche dovevano rimanere chiuse e si sarebbero dovute vietare le vacanze all’estero; bisognava ragionare con serietà sul tema dei mezzi pubblici (i monopattini elettrici, che avrebbero dovuto rappresentare la mobilità alternativa, si sono ridotti ad orpello fashion), attuare la didattica a distanza per superiori e università, impedire gli apericena in piedi e la movida. Adesso pagano per tutti i bambini che non possono praticare sport e socializzare: proprio loro che, ad oggi, clinicamente – parlando di Covid – sono irrilevanti
Speriamo che Conte resista ai rigoristi – che vorrebbero prendersela ancora con i commercianti (tanto i loro elettori sono i dipendenti statali) – e ai virologi da “prime time” che pensano solo all’aspetto sanitario. Come in un domino, casella dopo casella, decideranno che cos’è superfluo e sacrificabile. Se non bastasse, c’è sempre il lockdown “per resettare i contagi” (come ha già paventato Crisanti). La criminalizzazione degli Italiani è dietro l’angolo. “Dobbiamo chiudere tutto perché siete stati irresponsabili”, sarà il loro regalo di Natale. Da un Governo che legittima la delazione c’è da aspettarselo…



