giovedì, Novembre 30, 2023

Specialista in Ortopedia e Fisiatria, in servizio al Gaetano Pini di Milano dal 1972, dove ha ricoperto il ruolo di primario di riabilitazione ortopedica per 22 anni e di capo dipartimento per 10 anni… Ma anche responsabile medico della nazionale di Rugby con la quale ha partecipato ai mondiali in Sudafrica con Mandela e ha maturato un’importante esperienza in ambito sportivo. Parliamo del Dott. Feliciantonio Di Domenica, il nuovo Direttore del Dipartimento di Riabilitazione del FERB (Federazione Europea di Ricerca Biomedica), nelle due sedi di Cernusco e Trescore Balneario. Siamo andati a intervistarlo per presentare il nuovo direttore ai nostri lettori, soffermandoci quindi sulla sua attività nella sede dell’ospedale Uboldo.
Al FERB di Cernusco si è trovato a gestire una riabilitazione molto più complessa e variegata che non al Pini: una sfida molto importante…
“Certamente. Al Gaetano Pini l’approccio era monospecialistico visto che la riabilitazione era solo ortopedica, mentre qui abbraccia molti altri aspetti importanti, come quello cardiologico, neurologico, psicologico, locomotorio… Questi sono i presupposti per la costruzione di un rapporto positivo vicendevole per me e per la struttura: FERB può infatti giovarsi della mia esperienza in ambito riabilitativo, mentre per me questo incarico costituisce un’occasione importante per crescere sul piano professionale e sul piano umano”:
Qual è stato il primo impatto quando ha iniziato a lavorare al FERB di Cernusco?
“Molto positivo, soprattutto per la grande professionalità di medici, infermieri, fisioterapisti. Una struttura molto efficiente, dove è stato semplice inserirsi. Ho subito sposato la mission di FERB ovvero di non fermarsi alla semplice cura del paziente, ma cercare sempre nuove vie e nuove sperimentazioni, come i trattamenti con la Stimolazione Magnetica Transcranica. Una ricerca che è sempre mirata al miglioramento della qualità della vita del paziente e dei suoi famigliari. Questa è una svolta fondamentale: prima si mandavano a casa i pazienti, una volta guariti, con problemi ancora irrisolti; ora, si cerca di dimettere un paziente guardando alla sua guarigione a 360 gradi. Ad esempio, una persona che ha subito danni neurologici e che è stato per un lungo periodo in ospedale, può aver bisogno di una psicologa perché magari avrà timore di reinserirsi nel mondo esterno. Al FERB miriamo a questa completezza di visione. Anche perché allungare la vita media non serve a nulla, se non ne miglioriamo la qualità”.
Qualche anticipazione su progetti futuri?
“Innanzitutto, vogliamo lavorare per migliorare quello che è già in essere e proseguire nella ricerca e nella sperimentazione per alzare il livello dell’assistenza e del recupero dei pazienti. Ad oggi, circa la metà dei nostri degenti sono affetti da Parkinson, una malattia a cui dedichiamo grandissimo impegno: infatti, l’approccio della terapia non è solo di ambito neurologico, ma anche di tipo riabilitativo, per migliorare il movimento e la deambulazione dei malati. Nella cura di questa patologia, anche grazie all’utilizzo della TMS, FERB è una vera eccellenza. Vede, quando mi hanno contattato per venire a Cernusco, provenivo da un’esperienza quarantennale in una struttura clinica e universitaria, quindi di altissimo livello. Il primo pensiero è stato che mi sarei potuto trovare in una dimensione più provinciale. Ma mi sbagliavo. Entrare al FERB è stata una piacevole sorpresa: qui la qualità del lavoro non è inferiore a nessun’altra struttura con le quali mi sono confrontato nella mia lunga esperienza medica. Non posso che fare i complimenti a chi ha costruito questa realtà, facendola poi crescere negli anni e trasformandola in un’eccellenza non solo nazionale, ma anche internazionale”.

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