martedì, Dicembre 2, 2025

Ricomincia un nuovo anno, stavolta la nostra redazione non ha avuto modo di riunirsi ad un tavolino di un bar come fa da 6 anni a questa parte. Del resto, un anno fa è cambiato tutto. Anche noi abbiamo dovuto adattarci e declinare la cronaca dei nostri comuni intorno al tema cardine
della pandemia: non esistevano più PGT, bilanci, mozioni, lavori pubblici, piani del traffico e della sosta… E anche se fossero esistiti ancora, non interessavano più a nessuno.

Era necessario cambiare prospettiva: a marzo e ad aprile abbiamo raccontato come si stavano attrezzando i comuni e le associazioni per reggere l’urto della pandemia, a maggio e a giugno abbiamo celebrato gli eroi del quotidiano, a luglio abbiamo lanciato messaggi di speranza per spingere
tutti a ripartire, a non farsi paralizzare dalla paura.

Abbiamo pensato di poter essere utili e abbiamo deciso – una rarità tra i free press locali – di uscire sempre e comunque. Non ci siamo nascosti dietro la scusa che si era in zona rossa per bloccare le stampe e risparmiare qualche soldino. Lo dovevamo ai lettori in coda per il pane, per fargli capire che il mondo non stava morendo in un’agghiacciante primavera. E lo dovevamo a noi stessi, a quell’idea di giornalismo attivo che ci ha guidato da quella gelida sera di dicembre del 2014 quando, da veri visionari, guardandoci negli occhi, ci siamo detti: “Perché no?”.

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