“Indubbiamente l’attacco alla giurisdizione non è mai stato così forte, forse neppure ai tempi di Berlusconi. In ogni caso oggi è un attacco molto più pericoloso e insidioso per molte ragioni. Innanzitutto perché Meloni non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte. E rende anche molto più pericolosa la sua azione, avendo come obiettivo la riscrittura dell’intera giurisdizione e non semplicemente un salvacondotto. La compattezza e omogeneità di questa maggioranza è molto maggiore che nel passato e la forza politica che può esprimere è enorme e può mettere in discussione un assetto costituzionale ribaltando principi cardine che consideravamo intangibili. Come corollario di questa condizione politica, anche l’accesso a un’informazione decente è ancora più difficile dell’era di Berlusconi. Il pericolo per una magistratura e una giurisdizione davvero indipendente è altissimo”.

Questa la mail che il giudice Marco Paternello, sostituto procuratore della Cassazione, ha inviato ai colleghi di Magistratura Democratica, e riportata integralmente da ‘Il Fatto Quotidiano’ il 20 ottobre scorso.

Fa sorridere che a certi giudici la preoccupazione per la libertà democratica venga solo quando governa il Centrodestra, mentre il pensiero non li ha mai sfiorati quando, per oltre dieci anni, i Governi vennero formati in barba alla volontà degli elettori (per non parlare di quando un governo venne fatto addirittura cadere a colpi di spread).

E fa sorridere anche la paura del sovvertimento dei cardini della Costituzione e dell’equilibrio tra i poteri: quell’equilibrio non c’è più dal 1993, da quando il pool di Mani Pulite, con pressioni fortissime, impedì di fatto a Scalfaro di firmare il Decreto Conso e di chiudere una delle stagioni più buie del Dopoguerra. Non è la paura di essere sottomessa che inquieta certa Magistratura, ma che il potere giudiziario sia costretto a tornare nei ranghi.