Dopo i mugugni che ho ricevuto per il mio editoriale sulla giudice Apostolico, vi racconto un’altra storia
per spiegare – spero una volta per tutte – che la preoccupazione di essere giudicati da un magistrato equo non è di destra, così come non è di destra la speranza di vivere un giorno in un Paese civile, dove anche i giudici paghino di tasca loro in caso di errore, senza ricorrere alle tasche dei cittadini.

Quando ricevette un avviso di garanzia, nel 2008, Fabio Sturani era uno dei sindaci più di successo in
Italia, vincitore a furor di popolo per due volte di fila ad Ancona. Facile immaginare il futuro: nelle Marche di centrosinistra, avrebbe potuto diventare, finito il secondo mandato, consigliere regionale o parlamentare.

Invece quell’avviso di garanzia troncò tutto: alla corruzione si aggiunse la concussione, quindi la Corte dei Conti con una richiesta di danno erariale per oltre 2 milioni di euro. Sturani si dimise, confidando in un percorso breve dell’iter giudiziario…

L’assoluzione è arrivata il mese scorso, dopo 7 procedimenti e 5.585 giorni. Ovvero 15 anni. Ora per l’ex Sindaco non c’è più futuro, lo scenario è radicalmente mutato: Ancona è andata a destra, come altre città importanti delle Marche e come la Regione stessa dopo le elezioni del 2020 che hanno visto la vittoria dell’esponente di Fratelli d’Italia, Francesco Acquaroli.

In conferenza stampa, Sturani si è tolto tre sassolini dalle scarpe: l’interrogatorio fissato proprio il giorno del suo 50° compleanno, l’aggiunta del reato di concussione “ad hoc” perché altrimenti il reato di corruzione sarebbe stato prescritto, il silenzio assordante dei compagni di partito.

Ora Sturani potrebbe richiedere al comune di Ancona il rimborso delle spese processuali sostenute. Quanto sono costati 15 anni e 7 mesi? L’ex sindaco rivela: “Ho speso per le spese processuali molto più di quanto ho guadagnato in 10 anni da assessore e 9 da sindaco”. Una cifra che pagheranno i cittadini, non il giudice.