mercoledì, Novembre 29, 2023

È partito lunedì 19 gennaio, e si concluderà il prossimo 20 aprile, un corso di nuoto alla piscina Olimpia di via Marzabotto. Una novità non proprio eclatante; sono le caratteristiche del corso a renderlo oggetto di interesse. E anche di polemica. Si tratta di un corso per sole donne, istruttori compresi. L’accesso agli uomini è assolutamente vietato, in ottemperanza all’interpretazione del Corano. Perché l’iniziativa è organizzata dal Centro islamico di Sesto San Giovanni, che ha sottoposto questo progetto alla polisportiva Geas, che ha in gestione le piscine comunali.

Il progetto è stato accettato e approvato. Così il Centro islamico ha affittato la struttura sportiva per organizzare il corso ‘in rosa’. E nonostante si sia giunti alla seconda edizione (8 iscritte nel 2015, dai 20 anni in su) il dibattito si è acceso ugualmente. La notizia è emersa lo scorso ottobre, quando il corso è stato ufficialmente organizzato. E l’opinione pubblica si è divisa in due gruppi: chi favorevole – in nome dell’integrazione e del rispetto di un’identità culturale diversa dalla nostra – e chi avverso, pensando che il “divieto d’accesso” al genere maschile sia una sorta di discriminazione al contrario, oltre a vedere, dietro i corsi di nuoto, il rischio di un possibile indiretto sostegno ad una certa forma di integralismo.

Dal canto suo, il Centro islamico ha valuto spiegare le proprie ragioni, sottolineando come l’obiettivo sia quello di offrire un’opportunità in più alle tante donne di fede islamica che vivono a Sesto, che non avrebbero l’occasione di frequentare una piscina se non in tali condizioni. Inoltre, il corso è aperto anche alle donne non di fede musulmana, qualora vogliano unirsi per un momento tutto al femminile. Non occorre il burkini (la tuta integrale), dal momento che si è tra donne: è richiesto però di indossare – se si è fedeli ai dettami dell’Islam – la muta da immersioni subacquee, con maniche e calzoncini al ginoc chio, più naturalmente cuffia, secondo le regole di igiene della struttura.

Qualche nuotatrice non islamica raggiungeva il gruppetto verso mezzogiorno, lo scorso anno, quando partiva l’orario del nuoto libero. Le rassicurazioni però non sono state sufficienti ad evitare la polemica. Molti cittadini, soprattutto tramite i social network, hanno espresso perplessità per un progetto che può apparire come un “passo indietro”, verso un tempo in cui la divisione fra i due generi era molto più forte, quando addirittura le classi a scuola erano divise in maschili e femminili. Fatti che sembrano superati agli occhi della società occidentale, che fatica a comprendere le motivazioni di chi considera necessario frequentare la piscina lontano dalla presenza di persone di sesso maschile.

Al di là delle polemiche, il Centro culturale islamico continua con i suoi progetti, facendo sapere che c’è in cantiere anche l’idea di organizzare una sorta di ‘domenica rosa’ permanente, o quella di creare un vero e proprio corso al femminile di durata annuale. Molte anche le critiche che sono arrivate dagli esponenti dell’opposizione, che hanno puntato il dito contro la Geas, la più grande associazione sportiva di Sesto, presieduta, di tradizione, da ex sindaci (al momento, il presidente è Giorgio Oldrini).

La polisportiva ha fatto sapere che ha accettato la proposta del Centro culturale islamico considerandola “un momento di integrazione importante”.

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